Da Fermo a Londra per conquistare gli Inglesi grazie ai sapori Marchigiani. E’ la storia di tre giovani del fermano che hanno inventato “Rossodisera”, un ristorante che propone cucina rigorosamente marchigiana nel centro di Londra. Un grande successo. A raccontare una storia di coraggio e di capacità imprenditoriale è uno dei soci, Igor Iacopini, di Fermo, che ha avviato questa avventura insieme a Samuele Ciaralli, anche lui di Fermo. Poi si è aggiunto dal punto di vista operativo Roberto Traini Giulianini, di Grottazzolina.
“Siamo tutti allegri 40enni con un profilo di studi accademico, economia bancaria a Macerata, io e Samuele, ingegneria in Ancona Roberto – racconta Igor -. Personalmente, dopo aver meditato se proseguire o no con un master, ho avuto un’esperienza di circa quattro anni come responsabile in un’azienda del Fermano. Cercavo la possibilità di uscire dall’ambito di Fermo e dintorni, che pure amavo e amo ancora, ma che mi faceva sentire sostanzialmente bloccato in una realtà dov’era difficile emergere”. Igor si è appassionato alla cucina, ai buoni vini, al territorio e alle tradizioni. “Mi sono reso conto della qualità dei prodotti marchigiani a fronte di un prezzo contenuto – spiega -. Ho cercato di condividere la mia idea con le persone di cui mi fidavo di più e dopo qualche tempo siamo partiti. Non avevamo mai vissuto a Londra, abbiamo superato un certo numero di vicissitudini, ma nel Marzo 2007 siamo infine riusciti ad aprire il Rossodisera autofinanziandoci completamente”. Rossodisera è un ristorante di cucina tipica marchigiana, un ambiente domestico tipico al numero 5 di Monmouth Street, Covent Garden, 5 minuti a piedi da Piccadilly, Trafalgar Square e Soho.
“Si trattava di un locale in parziale dissesto – racconta Igor – che abbiamo dovuto completamente ristrutturare con le nostre mani e a nostre spese in 6 mesi e mezzo, sotto la regia sapiente di Roberto. Abbiamo anche utilizzato tutti materiali di scarto provenienti da un rudere di Ponzano di Fermo del 1860 circa, che mio padre aveva appena ricevuto in eredità. E’ come stare proprio sulle colline del Piceno. Il 90% dello staff è originario delle Marche e proprio in questi giorni stiamo ospitando sei stagisti del programma Leonardo, provenienti dall’Istituto Alberghiero di Loreto. Importiamo vino, birra, salumi, formaggi, tartufi, olio, conserve e altro direttamente da piccoli produttori del territorio. Progressivamente siamo riusciti a proporre tutte preparazioni fatte in casa nel menù, dalla pasta, alle olive all’ ascolana, ai dolci tipici fatti giorno per giorno”. Un grande risultato. Sui siti le recensioni sono ottime e si parla sempre di un alto livello di accoglienza, di un servizio molto attento, seppur informale e alla mano.
Ma come si vive questa esperienza lontano da casa? “Con grande entusiasmo ogni giorno – dice Igor -. Sono sempre molto motivato, cosa che non mi capitava professionalmente quando ero in Italia. Mi mancano la famiglia e le persone con le quali ho un legame più stretto. Economicamente ci sono stati momenti molto duri, ma a partire da metà 2009 tutto è andato per il meglio”.
Sogni mai di tornare a vivere in Italia? “Si, credo che tornerò in Italia, ma non prima di qualche anno ancora. Sinceramente non mi ci vedo ad invecchiare in una città come Londra. Infatti, a parte i miei obbiettivi professionali, la maggior parte delle cose che contano sono nelle Marche, dove sento di mantenere tutte le mie radici”.